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Pioneras de feminismo antifascista


Tiziana Casavecchia, profesora de letras del Instituto Corinaldesi Padovano, nos cuenta el libro que acaba de leer (Giovinette, de Francesca Senechini) sobre una jugadoras de fútbol que se atrevieron a desafiar a Mussolini en los años '30 del Siglo pasado.


Ho appena finito di leggere Giovinette, le calciatrici che sfidarono il duce: l’autrice Francesca Seneghini racconta, come un romanzo, la storia di un gruppo di amiche che nella Milano degli anni Trenta del secolo scorso costituirono il Gruppo femminile calciatrici milanesi, la prima squadra di calcio femminile in Italia, donne che praticano uno sport da uomini in pieno fascismo. Una storia di amicizia, di gioco e di lotta in uno dei periodi storici più difficili e una riflessione sulla discriminazione femminile in particolare nel mondo dello sport e del calcio.

Luego nos cuenta también una actividad que llevó a cabo el pasado 27 de enero, día de la memoria. Con sus alumnos de bachillerato leyó unas poesías de jóvenes "deportados", entre ella La Mariposa de un joven judío Pavel Friedman. El poema fue encontrado por casualidad en trozo de papel encontrado tras la liberación.



Tra le attività per il Giorno della memoria 2021 ho proposto alla classe quarta la lettura di alcune poesie dei giovani deportati nel ghetto di Teresin, Repubblica Ceca.
La poesia La farfalla, ritrovata su un pezzo di carta dopo la liberazione, è una delle più emozionanti e struggenti ed è stata scritta da Pavel Friedman (1921-1944), un giovane ebreo cecoslovacco, deportato a Teresin nel 1942 e morto ad Auschwitz nel 1944. L’immagine della farfalla, simbolo di libertà si scontra con l’immagine del ghetto, simbolo di prigionia, il tutto racchiuso nell’ultimo verso “Le farfalle non vivono nel ghetto”.

La farfalla

L’ultima, proprio l’ultima,

di un giallo così intenso, così

assolutamente giallo,

come una lacrima di sole quando cade

sopra una roccia bianca

così gialla, così gialla!

L’ultima,

volava in alto leggera,

aleggiava sicura

per baciare il suo ultimo mondo.

Tra qualche giorno

sarà già la mia settima settimana

di ghetto:

i miei mi hanno ritrovato qui

e qui mi chiamano i fiori di ruta

e il bianco candeliere di castagno

nel cortile.

Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.

Quella dell’altra volta fu l’ultima:

le farfalle non vivono nel ghetto.

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